Artemisia Gentileschi....Chi era???

Artemisia Gentileschi

(Roma 1593 - Napoli 1652/53)



Artemisia Gentileschi è una delle poche protagoniste femminili della Storia dell'arte
europea.

Ma è anche la protagonista di una torbida vicenda a tinte fosche o, per meglio dire, "caravaggesche", infarcita di elementi sentimentali, erotici, patetici e fantastici, in una brillante fusione romanzesca, insomma Artemisia è la protagonista
ideale del romanzo ideale (e infatti svariati romanzi si sono ispirati alla sua vita).

Certamente la carriera artistica (come qualsiasi altra carriera) è sempre stata pressoché impraticabile per le donne, costrette nei limiti che la società imponeva loro, limiti di natura culturale (assenza pressoché totale di una preparazione scolastica) e familiare (nelle famiglie patriarcali la donna era preposta all'accudimento di tutti i suoi numerosi elementi).

Artemisia Gentileschi, che ebbe modo di fare fruttare il suo talento, è stata una delle

poche donne "sfuggite" tra le maglie di questo rigidissimo sistema sociale, tuttavia la sua sofferta vicenda privata si è spesso sovrapposta a quella di pittrice generando molte ambiguità.

Negli anni Settanta la sua popolarità ha raggiunto il vertice soprattutto per via della vicenda che la vide accusare il suo violentatore (al punto da sottoporsi allo

schiacciamento dei pollici per confermare l'attendibilità delle sue accuse, cosa che per lei, pittrice, non dovette essere solo un dolore fisico).

Artemisia è divenuta così il simbolo del femminismo e del desiderio di ribellarsi al potere maschile: tuttavia questo fatto le fece un grande torto: l'avere spostato l'attenzione (ed averle attribuito un particolare successo) sulla vicenda dello stupro, mettendo in ombra i suoi meriti professionali, ormai ampiamente riconosciuti dalla critica, a partire da Roberto Longhi e dal suo pionieristico articolo del 1916 Gentileschi padre e figlia.

A volte questa lettura "a senso unico" della pittrice ha creato giusti malumori: per Camille Paglia, a volte Artemisia è diventata un'etichetta da utilizzare anacronisticamente per avanzare rivendicazioni infarcite di retorica femminista.

Negli anni Settanta la Gentileschi divenne un vero e proprio simbolo del femminismo internazionale: associazioni e cooperative le si intitolarono - a Berlino l'albergo
"Artemisia" accoglieva esclusivamente la clientela femminile - riconoscendo in essa una figura culto, sia come rappresentante del diritto all'identificazione col proprio lavoro, sia come paradigma della sofferenza, dell'affermazione e dell'indipenenza della donna.

Per la nota polemista e leader del movimento femminista internazionale Germaine Greer Artemisia Gentileschi fu la grande pittrice della guerra tra i sessi, affermazione,

di fatto, estremamente riduttiva: un pittore con tanto talento come la Gentileschi non può limitarsi a un messaggio ideologico.

fonte

Artemisia Gentileschi, Autoritratto,1630-39,
Kensington Palace Collection, Londra


L’autoritratto di una giovane donna stuprata e torturata. ""Cancella il dolore con i tuoi pennelli. Dipingi sopra il dolore, mia cara, finché non ne rimanga traccia"" la esorta un’amica suora.


Artemisia Gentileschi - Giuditta che decapita Oloferne - 1620
Galleria degli Uffizi - Firenze

In quest opera Artemisia si "vendica" della violenza subita.


Artemisia è una delle mie Artiste preferite le sue opere sono stupende e mi trasmettono tanto,
mi piace tutto di lei,la sua storia triste,il suo stile quasi caravaggesco e il sibolo che rappresenta.

Hanno tratto persino un film su questa affascinante artista






2 commenti:

digito ergo sum ha detto...

a me, che ho visioni ben più olistiche dell'arte, della vita e dell'arte di vivere, piace sempre pensare che un artista non debba contenersi e non debba farsi contenere. mapperò lo dico in modo opinabile.

Ginger ha detto...

L'artista deve essere libero...libero d esprimersi ma all epoca di Artemisia non era poi cozì semplice :(
Molti di essi sposano la libertà ma arrivano all autodistruzione!!