La mia intervista su Arteonline


1.Chi è Rosita Ginger Mezzela e come nasce la tua passione per l'arte?

Chi è Rosita Ginger Mezzela? Chi sono? Bella domanda! L'artista espressionista astrattista americano Jackson Pollock diceva: “dipingere è un'azione di auto-scoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è”. Penso che questo sia vero, attraverso le mie opere si può intuire tutto della mia persona, il mio Io nascosto. Attraverso i miei lavori si possono percepire, le mie passioni, le mie paure, le cose che amo e le cose che detesto. Per me dipingere ha una funzione catartica, mi purifica, attraverso la tela ed i colori o qualsiasi altro mezzo, posso essere me stessa ed esprimere quello che voglio. Viviamo in un'epoca dove ognuno di noi ha i mezzi necessari (social network, web, ecc) per comunicare ed esprimere sé stesso ed io in quest'epoca della “comunicazione” preferisco comunicare attraverso un processo artistico.
Sono una persona che nonostante tutte le sue stranezze si definisce normale, in cerca di normalità e serenità. La vita straordinaria ed eccentrica, che da ragazzina mi attirava, la lascio ad altri in questa vita, io sono in cerca di tranquillità. Sono di buona indole e nella vita cerco sempre di dare il meglio di me nelle situazioni e con le persone, rispetto il mio prossimo e cerco sempre di comprendere e confrontarmi con le persone.
La mia passione per l'arte nasce quando ero ancora una bambina, ovviamente non ho avuto occasione di apprezzare fin da subito i grandi maestri, ma semplicemente perché ero troppo piccola per conoscerli. Sono della classe '84, sono cresciuta negli anni '90, da qualche anno era nato il canale Mtv, in televisione trasmettevano i cartoni giapponesi come Ken Shiro e Lupin; noi bambini non leggevamo i manga, ma i Topolino. In quegli anni eravamo bombardati da immagini dai mass-media, immagini davvero fantastiche, che catturano facilmente l'attenzione di una bambina. Da piccola copiavo i Topolino o disegnavo qualsiasi cosa mi si presentava davanti, persino le grandi querce in collina. Il tutto senza avere ancora una formazione teorica e tecnica. Però la prima volta che mi innamorai seriamente dell'arte fu alla scuola media, quando vidi per la prima volta nel testo di Storia dell'arte la Primavera del Botticelli, era incredibile, un'opera meravigliosa e ricordo che pesai: “come ha fatto un semplice uomo a dipingere tale bellezza ed a esprimere tali emozioni? Vorrei poterlo fare anch'io”.
Poi con il passare del tempo maturai ed acquisii le tecniche e le teorie artistiche, abbandonai presto il figurativo per abbracciare un'arte più astratta; anche se devo ammettere che ogni tanto ritorno al figurativo per sperimentare.

2.Quali sono i tuoi soggetti preferiti e quali tecniche prediligi?

Sono lunatica nella vita, come nell'arte. Non posso affermare con esattezza di aver dei soggetti preferiti, o di prediligere alcune tecniche al posto di altre, a me piace sperimentare. Mi piace passare dal figurativo all'astratto in un batter d'occhio, mi piace spesso anche farli interagire tra loro. Sono stata fortemente influenzata da diverse correnti, che puntualmente si possono notare nei miei lavori: l'Espressionismo tedesco, l'Astrattismo, il Surrealismo, l'Espressionismo astratto americano e l'arte Informale europea, sopratutto la pittura segnica e gestuale.
I soggetti che rappresento variano da situazioni e stati d'animo. Principalmente sono ritratti di persone che conosco, dalla bellezza semplice e allo stesso tempo particolare, sopratutto donne e sono attratta dagli sguardi senza tempo. Mi è anche capitato di rappresentare grandi icone come Ernesto Che Guevara, Marilyn Monroe e Rosie la Rivettavettrice o personaggi dello spettacolo come John Barrowman attore che interpretò in Doctor Who il famigerato Jack Harkness e attualmente interpreta Macolm Merlin nella serie tv Arrow. Questi “personaggi” che ho ritratto nelle mie opere, la maggior parte li ho raffigurati in chiave Pop, stilizzando i tratti del volto in modo chiaro e preciso, valorizzando la forma con il colore.
Altri “soggetti che adoro sono le allegorie, le inserisco spesso e volentieri nelle mie opere, a volte semplici immagini sono ricche di significati. Queste particolari “immagini” spesso le inserisco sia nelle opere figurative accentuando una composizione quasi surrealista e sia nelle opere di carattere astratto, fondendole con lo sfondo, quasi nascondendole a prima vista. Mi piace l'idea che lo spettatore dia una sua interpretazione di quello che vede e per farlo dovrebbe immergersi nell'opera.
Spesso però, quello che caratterizza di più le mie opere “astratte” è il Segno. Un segno che ricorda molto una sorta di calligrafia primordiale, un'impronta nel mondo ed attingo direttamente dal mio inconscio, guidata dall'istinto per esprimere quella memoria quasi primitiva, latente che è dentro di me.
Parlando di tecniche: non ho delle preferenze, dipende sempre dal progetto che ho in mente o dal tipo di lavoro che mi commissionano. Per i murali o per delle tele più “fast” prediligo la pittura acrilica; l'acrilico si asciuga in fretta, adatto a molte superfici, è parecchio coprente, ed il colore è acceso, ottimo per i contrasti. Per le illustrazioni, utilizzo varie tecniche, dall'acquarello alla china, dalla matita alla grafica del programma Gimp, utilizzando vari disegni preparatori. Raramente dipingo ad olio, a causa del lungo periodo che la tecnica richiede. Come detto in precedenza adoro sperimentare e quindi spesso elaboro opere dalla tecnica mista o con componenti di riciclo.


3.A quali grandi Maestri ti rifai e quali sono i messaggi che cerchi di comunicare?

Nel corso degli anni mi sono interessata a molti artisti ed a molte correnti artistiche, che hanno influenzato il mio percorso. Durante il mio periodo Espressionista ero molto affascinata dagli artisti Edvard Munch, Oskar Kokoschka, Otto Dix e Egon Schiele; tale interesse è nato per come questi artisti utilizzavano il colore, in modo forte, denso, violento e vivo e per il tratto molto espressivo e deciso. Un'altra corrente che mi ha sempre colpito è il Surrealismo, tra i maggiori esponenti adoro: Max Ernest, Yves Tanguy, Salvador Dalì,Man Ray.
Un'artista che ha influenzato particolarmente la mia pittura è Andy Warhol con la sua Pop Art. Ci sono tanti altri artisti che potrei tranquillamente elencare e che hanno in qualche modo condizionato il mio processo creativo, sopratutto nella pittura segnica, ma non gli renderei giustizia semplicemente nominandoli, però tra tutti l'impulsività, la gestualità e la profondità di Jackson Pollock ed infine l'energia, la forza e l'espressione di Hans Hartung, posso dire con chiarezza che questi artisti sono il fulcro della mia ispirazione.
Cosa voglio comunicare attraverso le mie opere? Principalmente me stessa, la mia vita, le mie idee, i miei ideali ed i miei principi. Le tematiche che affronto nei miei lavori sono varie, in alcune opere in modo velato ho espresso il mio punta di vista sull'amore, ad esempio in “Una pagliaccia senza circo” che è raffigurato il mio criptico autoritratto; mentre in un'opera grafica che ho realizzato di recente “I feel” ho inserito elementi che caratterizzano e rappresentano la nostra degenerata epoca, come segno di protesta; invece nell'ultima tela a cui sto lavorando ho attinto ad un breve periodo della mia vita, ho tradotto pittoricamente l'esperienza lavorativa che ho fatto qualche tempo fa in un call-center che operava in ambito assicurativo.

4.Hai vinto alcuni Premi? Quali?

Non ho mai vinto premi significativi, anche perché ho partecipato a pochi concorsi. Non credo molto nei concorsi, penso che molti siano truccati.