Alcuni geni erano veramente malati? Molti erano consapevoli dei loro mali ed altri no, ma tutti loro s’impegnavano a vivere la vita in modo intenso, dedicandosi pienamente alle loro passioni. E’ sorprendente notare come la società predichi tanto la normalità, ma in realtà prenda come punto di riferimento dei personaggi folli. Concludo con un aforisma di Nietzsche: << Dov’è dunque la follia, il cui vaccino dovrebbe essere inoculato in noi tutti? >>.
La mia intervista su Arteonline
1.Chi
è Rosita Ginger Mezzela e come nasce la tua passione per l'arte?
Chi
è Rosita Ginger Mezzela? Chi sono? Bella domanda! L'artista
espressionista astrattista americano Jackson Pollock diceva:
“dipingere è un'azione di auto-scoperta. Ogni buon artista dipinge
ciò che è”. Penso che questo sia vero, attraverso le mie opere si
può intuire tutto della mia persona, il mio Io nascosto. Attraverso
i miei lavori si possono percepire, le mie passioni, le mie paure, le
cose che amo e le cose che detesto. Per me dipingere ha una funzione
catartica, mi purifica, attraverso la tela ed i colori o qualsiasi
altro mezzo, posso essere me stessa ed esprimere quello che voglio.
Viviamo in un'epoca dove ognuno di noi ha i mezzi necessari (social
network, web, ecc) per comunicare ed esprimere sé stesso ed io in
quest'epoca della “comunicazione” preferisco comunicare
attraverso un processo artistico.
Sono
una persona che nonostante tutte le sue stranezze si definisce
normale, in cerca di normalità e serenità. La vita straordinaria ed
eccentrica, che da ragazzina mi attirava, la lascio ad altri in
questa vita, io sono in cerca di tranquillità. Sono di buona indole
e nella vita cerco sempre di dare il meglio di me nelle situazioni e
con le persone, rispetto il mio prossimo e cerco sempre di
comprendere e confrontarmi con le persone.
La
mia passione per l'arte nasce quando ero ancora una bambina,
ovviamente non ho avuto occasione di apprezzare fin da subito i
grandi maestri, ma semplicemente perché ero troppo piccola per
conoscerli. Sono della classe '84, sono cresciuta negli anni '90, da
qualche anno era nato il canale Mtv, in televisione trasmettevano i
cartoni giapponesi come Ken Shiro e Lupin; noi bambini non leggevamo
i manga, ma i Topolino. In quegli anni eravamo bombardati da immagini
dai mass-media, immagini davvero fantastiche, che catturano
facilmente l'attenzione di una bambina. Da piccola copiavo i Topolino
o disegnavo qualsiasi cosa mi si presentava davanti, persino le
grandi querce in collina. Il tutto senza avere ancora una formazione
teorica e tecnica. Però la prima volta che mi innamorai seriamente
dell'arte fu alla scuola media, quando vidi per la prima volta nel
testo di Storia dell'arte la Primavera del Botticelli, era
incredibile, un'opera meravigliosa e ricordo che pesai: “come ha
fatto un semplice uomo a dipingere tale bellezza ed a esprimere tali
emozioni? Vorrei poterlo fare anch'io”.
Poi
con il passare del tempo maturai ed acquisii le tecniche e le teorie
artistiche, abbandonai presto il figurativo per abbracciare un'arte
più astratta; anche se devo ammettere che ogni tanto ritorno al
figurativo per sperimentare.
2.Quali
sono i tuoi soggetti preferiti e quali tecniche prediligi?
Sono
lunatica nella vita, come nell'arte. Non posso affermare con
esattezza di aver dei soggetti preferiti, o di prediligere alcune
tecniche al posto di altre, a me piace sperimentare. Mi piace passare
dal figurativo all'astratto in un batter d'occhio, mi piace spesso
anche farli interagire tra loro. Sono stata fortemente influenzata da
diverse correnti, che puntualmente si possono notare nei miei lavori:
l'Espressionismo tedesco, l'Astrattismo, il Surrealismo,
l'Espressionismo astratto americano e l'arte Informale europea,
sopratutto la pittura segnica e gestuale.
I
soggetti che rappresento variano da situazioni e stati d'animo.
Principalmente sono ritratti di persone che conosco, dalla bellezza
semplice e allo stesso tempo particolare, sopratutto donne e sono
attratta dagli sguardi senza tempo. Mi è anche capitato di
rappresentare grandi icone come Ernesto Che Guevara, Marilyn Monroe e
Rosie la Rivettavettrice o personaggi dello spettacolo come John
Barrowman attore che interpretò in Doctor Who il famigerato Jack
Harkness e attualmente interpreta Macolm Merlin nella serie tv Arrow.
Questi “personaggi” che ho ritratto nelle mie opere, la maggior
parte li ho raffigurati in chiave Pop, stilizzando i tratti del volto
in modo chiaro e preciso, valorizzando la forma con il colore.
Altri
“soggetti che adoro sono le allegorie, le inserisco spesso e
volentieri nelle mie opere, a volte semplici immagini sono ricche di
significati. Queste particolari “immagini” spesso le inserisco
sia nelle opere figurative accentuando una composizione quasi
surrealista e sia nelle opere di carattere astratto, fondendole con
lo sfondo, quasi nascondendole a prima vista. Mi piace l'idea che lo
spettatore dia una sua interpretazione di quello che vede e per farlo
dovrebbe immergersi nell'opera.
Spesso
però, quello che caratterizza di più le mie opere “astratte” è
il Segno. Un segno che ricorda molto una sorta di calligrafia
primordiale, un'impronta nel mondo ed attingo direttamente dal mio
inconscio, guidata dall'istinto per esprimere quella memoria quasi
primitiva, latente che è dentro di me.
Parlando
di tecniche: non ho delle preferenze, dipende sempre dal progetto che
ho in mente o dal tipo di lavoro che mi commissionano. Per i murali o
per delle tele più “fast” prediligo la pittura acrilica;
l'acrilico si asciuga in fretta, adatto a molte superfici, è
parecchio coprente, ed il colore è acceso, ottimo per i contrasti.
Per le illustrazioni, utilizzo varie tecniche, dall'acquarello alla
china, dalla matita alla grafica del programma Gimp, utilizzando vari
disegni preparatori. Raramente dipingo ad olio, a causa del lungo
periodo che la tecnica richiede. Come detto in precedenza adoro
sperimentare e quindi spesso elaboro opere dalla tecnica mista o con
componenti di riciclo.
3.A
quali grandi Maestri ti rifai e quali sono i messaggi che cerchi di
comunicare?
Nel
corso degli anni mi sono interessata a molti artisti ed a molte
correnti artistiche, che hanno influenzato il mio percorso. Durante
il mio periodo Espressionista ero molto affascinata dagli artisti
Edvard
Munch, Oskar Kokoschka, Otto Dix e Egon Schiele; tale
interesse è nato per come questi artisti utilizzavano il colore, in
modo forte, denso, violento e vivo e per il tratto molto espressivo e
deciso. Un'altra corrente che mi ha sempre colpito è il Surrealismo,
tra i maggiori esponenti adoro: Max
Ernest, Yves
Tanguy, Salvador Dalì,Man Ray.
Un'artista
che ha influenzato particolarmente la mia pittura è Andy
Warhol
con la sua Pop Art. Ci sono tanti altri artisti che potrei
tranquillamente elencare e che hanno in qualche modo condizionato il
mio processo creativo, sopratutto nella pittura segnica, ma non gli
renderei giustizia semplicemente nominandoli, però tra tutti
l'impulsività, la gestualità e la profondità di Jackson
Pollock ed
infine l'energia, la forza e l'espressione di Hans
Hartung, posso
dire con chiarezza che questi artisti sono il fulcro della mia
ispirazione.
Cosa
voglio comunicare attraverso le mie opere? Principalmente me stessa,
la mia vita, le mie idee, i miei ideali ed i miei principi. Le
tematiche che affronto nei miei lavori sono varie, in alcune opere in
modo velato ho espresso il mio punta di vista sull'amore, ad esempio
in “Una
pagliaccia senza circo”
che è raffigurato il mio criptico autoritratto; mentre in un'opera
grafica che ho realizzato di recente “I
feel” ho
inserito elementi che caratterizzano e rappresentano la nostra
degenerata epoca, come segno di protesta; invece nell'ultima tela a
cui sto lavorando ho attinto ad un breve periodo della mia vita, ho
tradotto pittoricamente l'esperienza lavorativa che ho fatto qualche
tempo fa in un call-center che operava in ambito assicurativo.
4.Hai
vinto alcuni Premi? Quali?
Non
ho mai vinto premi significativi, anche perché ho partecipato a
pochi concorsi. Non credo molto nei concorsi, penso che molti siano
truccati.
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